CARTA O PLASTICA? QUESTO È IL DILEMMA. O NO?
Il settore del bedding sta diventando molto ricettivo nei confronti delle pratiche sostenibili che stanno conquistando quasi tutti i settori e/o industrie. La domanda di fondo sembra essere “quale tra plastica e carta è il materiale migliore?”, e il più delle volte l’opinione pubblica è pronta a prendere una posizione decisa su come uno sia inequivocabilmente migliore dell’altro. Noi siamo qui per suggerire che, quando si tratta del settore del bedding, degli imbottiti e dell’home textile, fornire una risposta diretta non è un’impresa facile.
Nel mondo di oggi, l’obiettivo del produttore deve andare oltre l’alta qualità e la sostenibilità dei suoi prodotti. È necessario fornire un’esperienza responsabile nel suo complesso, dalle operazioni di produzione all’imballaggio. Pertanto, le caratteristiche ecologiche del materiale con cui si avvolge il prodotto sono importanti quanto quelle del prodotto stesso.
Nella scelta del materiale da utilizzare per il packaging di beni di consumo come cuscini e guanciali, l’imprenditore di oggi tiene conto dell’intero ciclo di vita del prodotto dal suo studio e la relativa strategia di marketing, fino anche all’imballaggio; questo è ancora più vero se l’azienda opera principalmente in aree con un quadro normativo in vigore orientato alla sostenibilità, perché le normative, la sensibilità e la mentalità cambiano con l’area geografica in cui l’azienda opera.
Diamo un’occhiata più da vicino.
QUAL È LA POSIZIONE DELL’EUROPA SULLA PLASTICA?
Non molto tempo fa, IKEA ha annunciato di voler eliminare gli imballaggi in plastica entro il 2025, optando per l’utilizzo di materiali più rinnovabili come la carta, grazie alla sua forte capacità circolare. L’impegno ecologico del gigante svedese della vendita al dettaglio si spinge fino all’eliminazione totale della plastica, molto rappresentativa della sensibilità europea verso questo materiale: l’87% della popolazione si preoccupa dell’impatto della plastica sull’ambiente.
In effetti, l’Unione Europea ha messo in atto molte normative per limitare l’uso della plastica, come la direttiva sulle plastiche monouso (SUP) e il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, che include una proposta per rendere riciclabili tutti gli imballaggi in plastica nell’UE entro il 2030, incoraggiando l’uso di materiali sostenibili e aumentando l’utilizzo di contenuti riciclati nei prodotti in plastica.
Quando si parla di imballaggi, in media ogni europeo genera quasi 180 kg di rifiuti all’anno. Gli imballaggi utilizzano una quantità elevata di materiali vergini: il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati nell’UE sono destinati agli imballaggi. In assenza di interventi, l’UE prevede un ulteriore aumento del 19% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030, e per quelli in plastica addirittura un aumento del 46%.
Nel tentativo di affrontare l’aumento costante di questi rifiuti e le conseguenti frustrazioni dei consumatori, nel novembre 2022 la Commissione Europea ha proposto nuove norme sul packaging, tra cui proposte per migliorare la loro progettazione, come l’etichettatura chiara, per promuovere il riutilizzo e il riciclaggio e anche un invito alla transizione verso plastiche biologiche, biodegradabili e compostabili.
QUAL È LA POSIZIONE DEGLI USA?
Se guardiamo dall’altra parte dell’oceano, negli Stati Uniti è difficile individuare un’azienda nel settore dell’home textile simile a IKEA che abbia annunciato il passaggio dalla plastica alla carta, anche se, in altri settori, giganti come Amazon e McDonald’s hanno mostrato lo stesso tipo di impegno verso un packaging sostenibile e un approccio globale.
È evidente che il quadro normativo statunitense per la riduzione e il riciclo della plastica non è così rigoroso come quello europeo. Il Paese, infatti, ha un tasso di riciclo della plastica molto basso – il 9% secondo il rapporto dell’Environmental Protection Agency del 2018 contro il 33% dell’Europa secondo il rapporto del Parlamento Europeo del 2018.
Una ragione potrebbe essere lo scenario diversificato che caratterizza il Paese dove alcuni Stati danno l’esempio, come la California che nel 2019 è diventata il primo Stato a vietare i sacchetti di plastica monouso, e dove, contrariamente all’UE, è in vigore un sistema globale di riciclo dei materassi che sta ottenendo ottimi risultati (fonte: https://mattressrecyclingcouncil.org/). Ciò suggerisce che la politica statunitense porterà presto a nuove normative orientate alla sostenibilità anche in altri settori; infatti, se diamo un’occhiata più da vicino a come viene regolato l’uso della plastica negli imballaggi, scopriamo che negli Stati Uniti esistono alcune leggi federali e statali che mirano a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti di plastica e a promuovere alternative di imballaggio sostenibili.
È inoltre importante sottolineare che molte aziende americane sono impegnate nell’implementazione di buone pratiche di sostenibilità a prescindere dalla presenza o meno di normative, spinte dalla loro missione e dalla chiara comprensione della sensibilità delle nuove generazioni. Le statistiche hanno dimostrato che la Generazione Z e i Millennials hanno grandi aspettative e ritengono le aziende responsabili in tutte le aree della CSR, compresa la sostenibilità (nel settore del bedding, un recente studio del Better Sleep Council ha dimostrato che l’82% dei consumatori che prendono in considerazione la sostenibilità quando acquistano un materasso appartengono alla Generazione Z o Millennials). In altre parole: un’azienda sostenibile è più affidabile, e la fiducia non si limita al prodotto, ma riguarda l’intero processo, compresi i materiali di imballaggio.
E LE NORME SULL’USO DELLA CARTA?
Per quanto riguarda l’utilizzo della carta, sia l’UE che gli USA hanno politiche volte a promuovere una gestione responsabile e sostenibile delle foreste e a ridurre la deforestazione. L’UE ha attuato un nuovo piano d’azione sulla normativa, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT), che mira a prevenire il disboscamento illegale, mentre gli Stati Uniti hanno attuato il Lacey Act, che vieta il commercio di legname tagliato illegalmente.
PRO E CONTRO DEGLI IMBALLAGGI IN PLASTICA E DEGLI IMBALLAGGI IN CARTA
La plastica è indubbiamente il materiale di imballaggio più diffuso grazie alla sua resistenza, versatilità ed economicità. È trasparente e può essere modellata in varie forme e dimensioni, il che la rende ideale per imballare materassi, cuscini e guanciali. Inoltre, la plastica è leggera e riduce i costi di trasporto e le emissioni di carbonio. L’imballaggio in plastica ha un impatto minore in termini di consumo energetico (International Journal of Sustainable Engineering), può essere riciclato e è disponibile anche nella versione riciclabile.
La carta è considerata più ecologica, è biodegradabile, riciclabile, rinnovabile e offre maggiori livelli di traspirabilità rispetto alla plastica, non necessariamente un aspetto essenziale per il settore dell’home textile.
Una differenza importante nel settore del bedding è l’aspetto e il design della confezione. Il packaging in plastica trasparente permette al cliente di conoscere l’aspetto del prodotto, mentre con la carta questo avviene attraverso una piccola apertura. Inoltre, la carta può perdere facilmente il suo aspetto liscio perché si schiaccia e si deforma facilmente. Tenendo presente questo aspetto, riteniamo che con l’uso della carta i consumatori del settore del bedding dovranno abituarsi a un’immagine più sobria del prodotto. Tuttavia, i due materiali condividono alcune caratteristiche: sono entrambi molto flessibili, facili da stampare e possono entrambi essere applicati sia al packaging piatto sottovuoto che a quello arrotolato (anche se il confezionamento sottovuoto in carta richiede una quantità minima di plastica).
Tenendo conto di tutti questi vantaggi e svantaggi, non c’è dubbio che la carta stia iniziando a farsi strada nel settore del bedding. In effetti, si può dire che la tendenza del settore riguardo al packaging si stiano dirigendo in questa direzione, spinta anche dalle molte aziende che trovano nell’attrattiva della carta un punto di forza molto importante per un bacino di utenti orientato a pratiche sostenibili.
Sebbene la carta sembri attirare sempre più attenzione come soluzione alternativa, si stima che la sua lavorazione costi attualmente almeno 3 volte di più di quella della plastica, motivo per cui tutte le grandi multinazionali dell’imballaggio stanno affrontando una delle sfide più complicate che abbiano dovuto affrontare finora per creare nuovi prodotti sempre più sostenibili.
QUINDI, LA QUESTIONE È DAVVERO PLASTICA O CARTA? NO.
Come abbiamo visto, non è facile decidere quale materiale sia migliore dell’altro; entrambi presentano vantaggi e svantaggi; saranno molti gli aspetti che determineranno la scelta. Vista la crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici, si stanno conducendo sempre più studi sull’intera filiera dei due prodotti, a partire dalla loro produzione fino al metodo previsto per il loro smaltimento ed eventuale riciclo, proprio per valutare e confrontare il loro impatto sull’ambiente circostante.
Come leader nel settore delle tecnologie per il bedding, degli imbottiti e dell’home textile, Brighi è pienamente consapevole che le aziende devono prepararsi ad un futuro in cui, molto probabilmente, entrambi i materiali continueranno a essere utilizzati.
Consapevole che la transizione ecologica è un cambiamento imminente e necessario, Brighi ha già iniziato a collaborare con i più importanti gruppi di produzione di carta e plastica attivi sia in Europa che negli Stati Uniti per rispondere alle esigenze di un futuro sempre più sostenibile con le migliori tecnologie per supportare i produttori nella gestione della carta, della plastica e di tutti i nuovi materiali che deriveranno dall’evoluzione del settore e dall’applicazione di nuove normative.
Non c’è bisogno di scegliere ora, Brighi è già al lavoro per gestire i prossimi passi ed essere sempre pronta a supportare i clienti attuali e potenziali con soluzioni innovative adatte al loro business.